“A Luca Zingaretti non avevo detto nulla”. Cesare Bocci parla della malattia della moglie

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Cesare Bocci, l’attore conosciuto soprattutto per il ruolo di Mimì Augello, amico del Commissario Montalbano, non ha mai nascosto la malattia della moglie, Daniela Spada, e i momenti bui. I due nel 2000 sono diventati anche genitori di Mia e la loro è una storia d’amore bellissima la loro che dura ormai da ventisei anni. Tante gioie ma anche molto dolore, per via dell’ictus che ha colpito la sua Daniela in seguito ad un’embolia polmonare e a una settimana dal parto.

“Venticinque giorni di coma e poi il buio – ricordava l’attore in un’intervista al sito Quotidiano.net – Quel giorno la nostra vita è profondamente cambiata. Con quello che è successo a Daniela ho capito che quando sei nell’acqua alta, nuoti”. Nel 2016, poi, la decisione di mettere nero su bianco quel periodo raccontandolo in un libro autobiografico scritto insieme alla moglie e da cui è nato uno spettacolo portato in giro in tutti i teatri italiani.

‘Pesce d’aprile: Lo scherzo del destino che ci ha reso più forti’ è il titolo del libro e, come dice il titolo, quella vicenda ha messo a dura prova Cesare e Daniela, ma ne sono usciti più uniti e consapevoli. L’incubo, appunto, è cominciato il primo aprile del 2000 quando Daniela è stata colpita da un ictus mentre allattava. Poi, per un assurdo accanimento del destino, proprio sulla strada della ripresa, la coppia ha dovuto affrontare anche la lotta contro il cancro.

Il libro, chiesto a gran voce dagli amici della coppia, ha permesso a Cesare Bocci e Daniela Spada di scoprire sentimenti e stati d’animo, che seppur vissuti insieme, sfuggivano a entrambi. “Attraverso la mia scrittura – ha detto Bocci al sito Leultime20.it – (Daniela ndr) ha scoperto stati d’animo che avevo vissuto e che non immaginava e viceversa”. Aprendosi con le persone che gli erano state vicine in quei periodi, hanno poi ‘scoperto’ particolari a cui fino a quel momento non avevano fatto caso. Forse perché faticavano a trovare il coraggio di accettarli.

“Parlando con mia sorella, – ha raccontato ancora lui – ho scoperto che nei primi tempi io rifiutavo qualsiasi contatto che non fosse più che formale con mia figlia. Forse non mi sentivo capace di fare il padre da solo, non saprei, ma so che quando mia sorella me l’ha detto è stata una grande botta e che ammetterlo nel libro è stato molto duro”. Se il Commissario Montalbano, ovvero Luca Zingaretti, ha letto il libro di Bocci e della moglie? “A Luca – ricorda ancora l’attore – non avevo detto nulla, ma un giorno mi ha chiamato dall’aeroporto per dirmi che l’aveva comprato e che stava piangendo e ridendo allo stesso tempo”.