Riforma pensioni e Quota 100: effetto boomerang (ultime notizie)

La riforma delle pensioni prevista con Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi), sta rischiando di diventare molto problematica: la corsa del governo nel recuperare risorse per affrontare l’adeguamento pensionistico, sta mettendo a rischio l’impoverimento degli organici ospedalieri  come medici ed infermieri. Infatti, come riporta Today.it , il sindacato di categoria Anaao Assomed ha lanciato l’allarme:

“Attualmente superato lo ‘scalone’ previdenziale creato dalla Fornero nel 2011, i medici e i dirigenti sanitari abbandonano il lavoro con una età media di 65 anni, grazie anche ai riscatti degli anni di laurea e specializzazione. La riforma determinerà in un solo anno l’acquisizione del diritto al pensionamento di ben 4 scaglioni, diritto che verrà largamente esercitato visto il crescente disagio lavorativo legato alla massiccia riduzione delle dotazioni organiche”.

Il sindacato tuttavia, non vuole bloccare la riforma delle pensioni, ma di eliminare il blocco della spesa per il personale, aprendo poi una grande stagione di assunzioni.

SIRI: IMPRESE CI CHIEDONO TURNOVER

L’attuale governo giallo – verde è sempre a lavoro per abbattere l’attuale  Legge Fornero e inserire la Quota 100. Armando Siri, economista leghista e sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture, ha precisato sul taglio alle pensioni d’oro:

“Se uno ha pagato contributi durante la propria vita lavorativa, prende ciò che ha pagato; se uno prende una pensione che non è coperta da effettivi contributi, prenderà di meno”. E sulla riforma pensionistica ha aggiunto ai microfoni di Night Tabloid:

“La nostra manovra vuole consentire a una persona che hanno raggiunto una certa età contributiva e una certa età anagrafica di poter andare in pensione. Il mondo del lavoro spinge in questa direzione: faccio uscire una persona di una certa età e faccio entrare un giovane. Se io sono una azienda e devo scegliere, scelgo di poter prendere una persona giovane con maggiori energie. Ci sono delle richieste che arrivano dal mondo del lavoro e chiedono di dare la possibilità di questi giovani che altrimenti se ne vanno all’estero”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

LA TAGLIOLA AUTOMATICA PER LE MISURE DEL GOVERNO

Le continue tensioni con l’Europa e lo spread in rialzo starebbero convincendo Giovanni Tria a studiare

“un meccanismo automatico di stop alle misure di spesa se il debito (come promesso) non dovesse scendere”. Un meccanismo che, scrive Il Messaggero, funzionerebbe come una “tagliola automatica” che colpirà “la spesa corrente introdotta dalla ‘manovra del popolo’, ossia il reddito e le pensioni di cittadinanza, la bandiera dei 5Stelle, e probabilmente anche la riforma della Fornero”. Questo vuol dire, spiega il quotidiano romano, che le misure “diventerebbero a tempo. Senza contare che ancora si ragionerebbe su una riduzione del deficit almeno per il 2020 e il 2021”. Tuttavia, il ministro dell’Economia dovrebbe convincere “gli azionisti di Governo”. E in questo senso “i grillini continuano a valutare un ricambio, nel breve-medio termine, a via XX settembre”.

IL POSSIBILE CONFRONTO SU QUOTA 100 E PENSIONI D’ORO

Mario Cardarelli, economista, presidente di Popolari & Progressisti, ha invitato ieri Tito Boeri, presidente dell’Inps, Francesco D’Uva e Riccardo Molinari, rispettivamente capigruppo di Movimento 5 Stelle e Lega alla Camera dei Deputati, a un confronto pubblico per parlare di riforma delle pensioni. In particolare di Quota 100, che dovrebbe essere l’architrave degli interventi previdenziali nella prossima Legge di bilancio, e del progetto di legge sulle pensioni d’oro che porta proprio il nome di D’Uva e Molinari e che riprende anche delle idee proprio di Boeri sulla materia.  Cardarelli ha lasciato aperti data e luogo del confronto: l’importante è affrontare il tema. Resta ora da capire se i tre accetteranno l’invito. Nel caso potrebbero essere davvero interessanti le conclusioni di questo confronto.

RISOLUZIONE DI RIZZETTO PER GLI ESODATI ESCLUSI

Domani alla commissione Lavoro della Camera verrà discussa una risoluzione presentata da Walter Rizzetto avente come oggetto

“Iniziative normative urgenti per attuare il nono e definitivo intervento di salvaguardia in favore dei lavoratori cosiddetti esodati”.

Ne dà notizia sulla pagina Facebook del Comitato esodati licenziati e cessati Emilio Caligaris, spiegando che la risoluzione intende impegnare il Governo ad assumere urgenti ed idonee iniziative normative per attuare la nona e definitiva salvaguardia dei circa 6.000 esodati rimasti, garantendo l’accesso a tutti gli aventi diritto alla pensione, senza porre alcun criterio o limite temporale che possa determinare l’esclusione di qualcuno, come purtroppo avvenuto nelle precedenti manovre di salvaguardia. Gli esodati ancora esclusi sperano ovviamente che la risoluzione venga accolta e ancor di più che arrivi poi la tanto invocata nona salvaguardia.

MALAN SU QUOTA 100

Lucio Malan è convinto che al Governo stiano

“disperatamente cercando qualcuno che impedisca loro di mettere in atto la loro manovra, in modo da poter dare ad altri la colpa delle promesse mancate”. Questo anche in tema di riforma delle pensioni. Secondo il senatore di Forza Italia, infatti, “anche con il pericoloso deficit al 2,4%, non potranno mai trovare più di un decimo delle risorse per dare 780 euro al mese a chi oggi non ha reddito o ha reddito inferiore, né potranno introdurre la quota 100 per le pensioni e infatti stanno ipotizzando tanti di quei limiti che quella quota sarà un miraggio per quasi tutti”. Stando a quanto riporta agenpress.it. dal suo punto di vista, quindi, gli esponenti della maggioranza “tentano ancora una volta di sfuggire alle loro responsabilità, prima di demagoghi della campagna elettorale e ora di demagoghi degli annunci di governo”.

ELSA FORNERO DIFENDE LA SUA RIFORMA

Elsa Fornero è tornata a parlare della riforma delle pensioni varata nel 2011 che porta il suo nome.

“Il Paese era  in un momento difficile. Volevamo portarlo su una strada nuova per garantire crescita economica, occupazione e lavoro. Un cambiamento in cui si voleva costruire qualcosa di positivo per il futuro”, ha detto l’ex ministra del Lavoro ospite della trasmissione “Dariosauro” in onda su Etv. Secondo quanto riporta Il Corriere di Como, ha anche risposto a una domanda di una telespettatrice difendendo la figlia dalle accuse che le arrivano per una fake news secondo cui sarebbe andata in pensione a 39 anni: “Mia figlia lavora ancora. È un medico oncologo ed è operativa anche di notte perché si occupa di trapianti. Il fatto che lei sia pensionata è una calunnia uscita su un sito satirico che in molti hanno preso seriamente. È una invenzione che è stata utilizzata per offendermi e che mi ha fatto molto male”.

RIFORMA PENSIONI, CHI CI GUADAGNA E CHI NO

Con un’interessante “guida ragionata”, il Quotidiano Nazionale presenta quelle che potrebbero essere le novità più importanti della riforma delle pensioni che il Governo sta mettendo a punto, prendendo in considerazioni le ipotesi che stanno circolando in questi giorni. Claudia Marin segnala in particolare che “i nati nel 1957 che hanno cominciato a lavorare a 24 anni agli inizi degli anni Ottanta”, grazie alla Quota 100 dai 62 anni di età “saranno i più avvantaggiati dall’operazione: avranno un anticipo netto di 5 anni secchi rispetto alle condizioni della legge Fornero per la pensione di vecchiaia (67 anni dal 2019)”. Considerando il paletto di 38 anni di contributi, le cose vanno bene anche per “i nati nel ’56 (4 anni di anticipo), nel ’55 (3), nel ’54 (2), negli ultimi mesi del ’53 (un anno)”.

Tuttavia c’è da evidenziare che “se la soglia dei contributi verrà fissata a 38 anni (o, in misura minore, a 37 o 36), saranno in larga maggioranza gli uomini a beneficiarne. Le lavoratrici nate tra il ’53 e il ’57, che nel 2019 potranno vantare 38 anni di versamenti, sono una minoranza e concentrate nel pubblico impiego”. Per questa ragione si sta pensando di prorogare Opzione donna, mentre “è da vedere se verrà inserito lo sconto di 6 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di tre”. Brutte notizie, invece, per i lavoratori precoci: la Quota 41 “per ora è ferma al palo. È probabile che per il 2019 non verrà introdotta: saranno bloccati coloro che hanno cominciato a lavorare nel ’77-’78 e raggiungeranno i 41 anni di versamenti nel corso del 2019”.