Bollo auto e domiciliazione bancaria, ecco come risparmiare sul bollo

Nel caso di Disabilità mentale o psichica

Il disabile deve essere stato riconosciuto portatore di handicap o invalido, in stato di gravità, affetto da una patologia mentale o psichica, con riconoscimento della indennità di accompagnamento.

Il veicolo, sempre nei limiti di cilindrata previsti, non necessita di adattamento tecnico.

La documentazione da allegare alla domanda di esenzione è costituita da:

• Copia della carta di circolazione;

• Copia del verbale di accertamento dell’handicap emesso dalla Commissione medica presso la ASL di cui all’art. 4 della legge n. 104/1992 dal quale risulti esplicitamente che il soggetto si trova in situazione di handicap grave ai sensi dell.art.3 comma 3 della medesima legge derivante da disabilità psichica o mentale;

• Copia del certificato di attribuzione dell’indennità di accompagnamento di cui alle leggi 18/80 e 508/88 emesso dalla Commissione preposta all’accertamento dell’invalidità civile di cui alla legge n.295/90 ovvero dichiarazione sostitutiva di certificazione attestante che al disabile è stata riconosciuta l’indennità di accompagnamento;

• Copia della documentazione o dichiarazione sostitutiva di certificazione che attesti che il disabile è fiscalmente a carico dell’intestatario del veicolo (solo nel caso in cui il veicolo non sia intestato al portatore di handicap/invalido).

I veicoli per i quali è possibile chiedere l’esenzione

L’esenzione del bollo auto si applica ai veicoli, condotti dai disabili o utilizzati per il loro accompagnamento, con limitazione di cilindrata fino a 2000 cc se con motore a benzina, e fino a 2800 cc se con motore diesel.

L’esenzione spetta per un solo veicolo, si può possibile ottenere nuovamente l’agevolazione per un secondo veicolo solo se il primo, già soggetto di esenzione bollo, viene venduto o cancellato dal Pubblico Registro Automobilistico (Pra).

Esenzione bollo auto sul veicolo del familiare

Il veicolo deve essere intestato al disabile o, in alternativa, al familiare che lo ha fiscalmente a carico, nel caso specifico il padre che ha fiscalmente a carico il figlio di 8 anni può chiedere l’esenzione bollo auto.

Un vincolo indispensabile per potere usufruire dell’esenzione del bollo auto è che il veicolo sia intestato al disabile o alla persona alla quale il disabile è fiscalmente a carico.

Per essere ritenuto a carico fiscalmente, il reddito complessivo annuo del disabile deve essere entro la soglia di euro 2.840,51. Quindi, al di sopra di questo limite, per poter usufruire delle agevolazioni fiscali, occorrerà necessariamente che il veicolo e i documenti di spesa siano intestati al disabile (e non al suo familiare).

Sono escluse da questo limite sopra indicato, i redditi esenti (le pensioni sociali, le indennità comprese quelle di accompagnamento, le pensioni e gli assegni erogati ai ciechi civili, ai sordi preverbali e agli invalidi civili) e di quelli soggetti a ritenuta a titolo d’imposta o a imposta sostitutiva.

Per familiare del disabile si intende: il coniuge, i fratelli, le sorelle, i suoceri, le nuore e i generi, gli adottanti, nonché i figli e i genitori, in mancanza dei quali subentrano i discendenti o gli ascendenti più prossimi.

Esenzione bollo auto permanente

L’esenzione dal pagamento del bollo ha carattere permanente, se riconosciuta per il primo anno (con presentazione di regolare domanda), prosegue anche per gli anni successivi, senza l’onere di ulteriori adempimenti.

Solo quando vengono meno le condizioni dell’agevolazione (per esempio il veicolo viene venduto oppure viene meno l’invalidità del beneficiario), l’interessato (o agli eredi dello stesso) devono darne tempestiva comunicazione all’ufficio competente, pena il recupero del tributo e l’applicazione di sanzioni.

Le novità sul bollo auto, dopo che l’odiata tassa è passata al vaglio dalla Manovrina, cominciano ad intensificarsi. Cerchiamo di fare chiarezza con una scheda riassuntiva all’interno della quale saranno elencate tutte le ultime novità sulla tassa di possesso. L’unica questione che sta passando in secondo piano è che il bollo auto per diversi anni e trasversalmente, è stato evocato come balzello da eliminare.
Il bollo auto non si può eliminare – A una certa e notevole mancanza di entrate nelle casse regionali si contrapporrebbe la certa moltiplicazione del peso fiscale a danno dei cittadini. Ci sono 43,5 milioni di auto circolanti. Se è vero, come è vero, che la tassa di possesso del veicolo sarebbe stata (come previsto nelle proposte) trasferita alla benzina con un aggravio di accese, è altrettanto vero che l’introito traslerebbe nelle casse dello Stato e non più delle Regioni. Il Bollo Auto, nel 2015, ha assicurato alle casse delle Regioni oltre 6 miliardi di euro. Esso incide per l’11,7% del totale delle entrate delle imposte e tributi propri delle Regioni (IRPEF Regionale, IRAP, ARISGAM, ecc.), che equivalgono a 51,4 miliardi di euro. Nello specifico le tasse automobilistiche hanno assicurato lo scorso anno in Lombardia 849 milioni di euro (il 9% del totale del gettito dei tributi propri); nel Lazio 775 milioni di euro (il 9,4% del totale dei tributi propri); nel Veneto 595 milioni di euro (il 14% del totale del gettito dei tributi propri); in Emilia Romagna 550 milioni di euro (il 14,7% del totale dei tributi propri); in Piemonte 543 milioni di euro (il 10,8% del totale dei tributi propri); in Campania circa 398 milioni di euro (il 13,4 del totale dei tributi propri). Considerando il parco veicoli circolante in Italia, si sono pagati 147 euro in media l’anno per ogni veicolo circolante (autovetture, motocicli, ecc.).
Senza bollo l’auto si ferma – cassata la possibilità che la tassa sia eliminata, la norma che ha ricevuto il via libera dalla Commissione (e che deve ora passare in quella di bilancio), al fine di contrastare l’evasione sul bollo auto, prevede infatti che gli uffici del dipartimento dei trasporti, così come i centri di revisione controllino che i proprietari dei veicoli abbiano sempre pagato la tassa di proprietà e di circolazione del mezzo e che lo stesso non sia sottoposto a fermo amministrativo.
Se le verifiche danno esito negativo, praticamente il mezzo non potrà più circolare finchè non sarà pagato il bollo.
Inoltre, una proposta presentata dal Pd come emendamento alla Legge di Bilancio, allo scopo di contrastare ulteriormente l’evasione della tassa di proprietà, già approvata dalla commissione Finanze alla Camera, prevede che chi è autorizzato per legge ad effettuate la revisione dei veicoli debba accertarsi anche dell’avvenuto pagamento del bollo auto e che sugli stessi veicoli non gravi il fermo amministrativo.
Solo dopo aver appurato che il proprietario sia in regola con il pagamento della tassa di circolazione e con quella di proprietà, infatti, si potrà procedere alla revisione, in caso contrario il proprietario è tenuto prima a regolarizzare le proprie posizioni debitorie e poi potere ottenere la revisione del veicolo.
Invero è utile ricordare che il bollo auto non è dovuto se caduto in prescrizione – In sostanza, se dopo il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto definitivo, il contribuente non riceve  un sollecito di pagamento o una cartella da parte di Equitalia, Agenzia delle Entrate o altro ente preposto alla riscossione, il tributo non sarà più dovuto.
Lo stabilisce l’art. 1, comma 163, della legge 296/06, il quale afferma che il titolo esecutivo (la cartella di pagamento) deve essere notificato a pena di decadenza entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto definitivo. Si tratta di una posizione avvalorata dalla giurisprudenza, come dimostra la recente sentenza della CTR di Catanzaro del 3 febbraio 2016 che avalla un orientamento sempre più favorevole al termine triennale in luogo di quello decennale sostenuto da diversi precedenti, anche di Cassazione (sent. n. 701/2014,  S.U. sent. n. 5791/2008), in considerazione della presunta natura erariale del credito.
Inoltre, il bollo rincara – Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha chiarito che il bollo auto, diventa anche una tassa legata a quanto ogni vettura inquina. L’impostazione della nuova formulazione pare essere allo stato dell’arte irrevocabile: “Nell’ambito della strategia energetica nazionale il bollo auto sarà rimodulato in rapporto a un rinnovamento del parco vetture che, al momento, vede una quota alta, al 44%, di veicoli inquinanti euro 3”.
Mettersi in regola o Radiazione dal Pra del veicolo –  Alla luce di tutte queste novità, si rende necessario regolarizzare le posizioni debitorie se si vuole continuare a usare l’autoveicolo. Ci sono tre anni di tempo per saldare il bollo non pagato a fare data dalla scadenza dell’ultimo pagato. Passata tale scadenza si incorre nella radiazione dell’auto da parte del Pubblico registro automobilistico (PRA). È quanto stato affermato dal decreto emanato da Marianna Madia, Ministro senza portafoglio per la semplificazione e la pubblica amministrazione, che decide così di far chiarezza sull’applicazione di tale norma la quale, nonostante sia già presente nel codice della strada, è stata applicata rare volte e suscitando non poche perplessità.